
Un pesce dalla coda sfrangiata che rilascia monete da un centesimo,
quelle che restano in fondo alle tasche.
In compagnia di biglietti del bus diventati cilindrini, arrotolati da mani pensose,
in tragitti casa-lavoro-casa.
Ho un bisogno anormale e normale di amare.
Amo tutto.
Anche tu che dissacri il profano, già dissacrato di suo.
Anche tu che confondi religione e colla, amore e sensazione.
Aspettami. Non andare. Vai.
Ho passato notti intere ad infilare perline,
cercando di legare il cromo alla soma, il colore alla fatica.
Autoimmune a qualsiasi provvedimento.
Io non resto, io mancia.
Lascio sempre qualcosa in più del dovuto.
Anche a te che non sai prendere per paura di perdere
Anche a te che confondi le acque, sbattendo i piedi nel fango.
Per il timore di lasciarsi andare
si rimane.
Così le sirene
torneranno ad essere allarmi.
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