Aveva i capelli bianchi sciolti sulle spalle, un carrello vuoto per la spesa ed una caviglia fasciata con una benda elastica.
Camminava piano, leggermente zoppicando, davanti a me.
Tento un sorpasso, ma la tampono.
Si è fermata di colpo, la testa rivolta in alto a guardare un numero civico.
Se questo è il 57, prima c’era il 55 e ho anche visto il 53, che fine ha fatto il 51?
Avrei potuto ignorare quel monologo e lasciarla lì con il quesito in mano, ma quasi mai sorvolo sulle persone perdute.
Posso aiutarla, signora?
Mi accorgo che ha un occhio cieco, dove è rimasto solo il bianco, mentre il tuorlo è andato a farsi friggere da qualche altra parte.
Vede, cara, sto cercando il 51, perchè è lì che ho detto che andavo, stamattina. Solo che non ci vedo bene, non cammino bene e non lo riesco a trovare.
Le dico di aspettarmi e vado in cerca del 51.
Lo trovo, è un portone piccolo con sopra un cartello di cantiere che ci illustra data d’inizio e di fine dei lavori, architetti, geometri, permessi e nome dell’impresa.
Il 51 si sta facendo bello.
Fuori dal portone c’è una tastiera a codice nuova di zecca.
Vado dalla vecchina e la porto davanti al 51.
Lei mi ringrazia tante volte ed io le chiedo se ha il codice per entrare.
Mi dice certo e tira fuori un’agendina dei bei tempi andati. Me lo detta, lo compongo, non funziona.
Le dico che quel codice non apre più, la rassicuro suggerendole che magari l’han cambiato da poco e poi lo rifaccio ancora e ancora, su richiesta.
Mi guarda sconsolata e mi dice:
mi ha dato il codice sbagliato, gli piace farmi gli scherzi, ma quando muoio mi sente!
Mi faccio complice e bassina e le chiedo, da donna a donna:
ma chi?
Mio fratello! E’ morto anni fa, ma devo andar trovar mia cognata tutti i sabati, solo che mi ha dato il codice sbagliato e non riesco mai ad entrare.
Oh, faccio io.
Sua cognata starà in pensiero, magari.
E lei mi guarda con l’unico occhio celeste e scuotendo la testa mi risponde:
son cose che non si dovrebbero dire, ma secondo me Louise se n’è trovato un altro di marito.
Concordo con lei e cerco di convincerla che quindi sicuramente Louise non abiterà più al 51.
E lei, sorridendomi mi dice che ho ragione, ma di non dirlo a nessuno.
Poi aggiunge che deve andar a prendere il 20 che comincia ad esser stanca di girare. Ci auguriamo delle belle giornate e ce ne torniamo a casa.
Io sono quasi arrivata, sto al 27.
oh!
(rido)
Scritto da: Giorgio | sabato 21 luglio 2007 a 14:09:31 Europe/Paris
che bello trovarti...
Scritto da: fabio | sabato 21 luglio 2007 a 14:55:20 Europe/Paris
che bello trovarti...
Scritto da: fabio | sabato 21 luglio 2007 a 14:57:07 Europe/Paris