Quel raggio di sole ha scritto qualcosa sui tuoi fianchi
e una A mi ha colto
così come colsi more
Fischio Carosello?
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Canzone dell'appartenenza
L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
Uomini
uomini del mio passato
che avete la misura del dovere
e il senso collettivo dell'amore
io non pretendo di sembrarvi amico
mi piace immaginare
la forza di un culto così antico
e questa strada non sarebbe disperata
se in ogni uomo ci fosse un po' della mia vita
ma piano piano il mio destino
é andare sempre più verso me stesso
e non trovar nessuno.
L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
è assai di più della salvezza personale
è la speranza di ogni uomo che sta male
e non gli basta esser civile.
E' quel vigore che si sente se fai parte di qualcosa
che in sé travolge ogni egoismo personale
con quell'aria più vitale che è davvero contagiosa.
Uomini
uomini del mio presente
non mi consola l'abitudine
a questa mia forzata solitudine
io non pretendo il mondo intero
vorrei soltanto un luogo un posto più sincero
dove magari un giorno molto presto
io finalmente possa dire questo è il mio posto
dove rinasca non so come e quando
il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo.
L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
è un'esigenza che si avverte a poco a poco
si fa più forte alla presenza di un nemico, di un obiettivo o di uno scopo
è quella forza che prepara al grande salto decisivo
che ferma i fiumi, sposta i monti con lo slancio di quei magici momenti
in cui ti senti ancora vivo.
Sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire noi.
di Gaber - Luporini
Appunti, spunti i e letture
Il melanconico come il perverso ha bisogno di crearsi un oggetto feticcio. E' un senso costante di incompiutezza e incompletezza. Nella melanconia l’elaborazione è bloccata, il destino della pulsione è senza meta, è una ricerca incessante: questo anelito costante è una delle perversioni del melanconico. All’origine esiste una disillusione primordiale, ancora prima che si crei l’oggetto.
Il melanconico si aggrappa all’ideale per sopravvivere, avviene un suicidio dell’oggetto che comporta al desiderio di orientarsi verso l’oggetto parziale e quindi non raggiungibile. L’attrazione per la morte o l’assente fa sì che la vita sia una deprivazione affettiva e il melanconico si associa alla perversione per evitare il vuoto angoscioso.
“ E’ quella l’esperienza che ho avuto ed è a quella che ritorno”.
Renato Serra la pensava così (1884-1915)
Non dar nessun giudizio – non fidarsi a nessuna impressione se non dopo aver conosciuto veramente e per minuto e coi miei soli occhi l'argomento. Non parlar di un autore per averne letto un brano in una antologia – o peggio uno studio critico [...] Veder tutto: tutte le opere, le lettere, la persona, i fatti della vita, le malignità dei contemporanei; e non giudicare, no, mai, – che è di gaglioffi senza pudore – ma comprendere – sentire la qualità dell'animo, del pensiero e dello stile.
Sono le cose che mi cercano. Insolite, con storie strane, oggetti che trovo di passaggio e che mi fanno fermare. Spesso chi me le vende mi chiede come mai mi piacciono. E anche chi viene a casa mia se lo chiede, ma non me lo domanda.
Commenti
Nemmeno io le chiederò, Viva Signora, perchè alcune cose la cercano.
Chiedo soltanto a me stesso come mai e da da dove il bagliore che mi ferisce gli occhi quando la leggo.
Metterò occhiali da sole.
La signora del primo cielo aveva sei anni ed uno zio che era anche un uomo nero
La signora del secondo cielo ebbe paura di continuare e si fece un giro in ambulanza ed uno in ospedale
La signora del terzo cielo scoprì il sesso e la poesia e li fece diventare chiari, profondi e prodigiosi
La signora del quarto cielo si guadagnò il pane senza risparmiare
La signora del quinto cielo morì e resuscitò senza nessuno che le disse alzati e cammina
La signora del sesto cielo mise al mondo un altro mondo e duplicò il suo cuore
La signora del settimo cielo ha la testa fra le nuvole e sorride a Saturno, signore della malinconia
Dossi di seppia
Tienimi i forte i polsi
così che le mani impallidiscano
come sa fare al viso lo scandalo
quando s’imbatte in gente senza fantasia
Nostra Signora degli Alberi Uguali
Stringiti forte
dentro al tuo cappotto nero
tieni il tuo petto al caldo
cammina veloce e asciugati il naso che ti cola
col dorso della mano
mentre lasci indietro due lacrime di freddo
una madonna di passaggio
portata in processione fuori stagione
ventisette scalini ho contato
per raggiungere l’altare
e invece di sposarmi
mi han sacrificata
come un agnello pascolavo nell’Intervallo
in mezzo ai miei fratelli di paesaggio
Visso (Macerata) Gregge e Panorama
Bist du bei mir di Bach
arpeggiava
Siamo come due alberi uguali,
stessa terra e uguale destino.
Nutrirci, senza toccarci mai.
Il viaggio di un secondo
Passava in auto
davanti alla Gare de Lyon,
ed ascoltava la radio.
Cambiò stazione
e si ritrovò
alla Centrale di Milano.
Nemmeno io le chiederò, Viva Signora, perchè alcune cose la cercano.
Chiedo soltanto a me stesso come mai e da da dove il bagliore che mi ferisce gli occhi quando la leggo.
Metterò occhiali da sole.
Scritto da: Gia | domenica 22 luglio 2007 a 21:00:04 Europe/Paris
Incredibilmente curioso
Scritto da: Scipione | domenica 22 luglio 2007 a 21:14:51 Europe/Paris
beh, andiamo in pace
Scritto da: laura | domenica 22 luglio 2007 a 22:03:12 Europe/Paris
uomini e donne, tutti innamorati di te...
Scritto da: teresa | lunedì 23 luglio 2007 a 13:05:21 Europe/Paris
Gia: già
Scipione: già
Laura: già
Teresa: mah
Scritto da: Rapida | martedì 24 luglio 2007 a 17:28:15 Europe/Paris